Noi non abbiamo voluto esprimere un giudizio articolato sulla bozza di decreto, che circolava in rete, dopo che l’ex Ministro Giovannini, poche ore prima di essere sostituito,  aveva firmato il provvedimento.

Oggi apprendiamo dalla stampa che il decreto si è “arenato”.

Non abbiamo apprezzato quell’enfasi diffusa che rimbalzava da sito in sito, riprendendo il comunicato del Ministero del Lavoro.

Il provvedimento, per le parti che conosciamo, non ci appare risolutivo del problema, se mai un Decreto possa risolvere definitivamente una questione complessa, come quella del montaggio e smontaggio di plachi e tensostrutture per fiere ed eventi.

In primo luogo ci appare riduttivo pensare che il personale impegnato nei lavori debba essere abilitato al montaggio di ponteggi metallici fissi – il cui percorso formativo non coincide con le peculiarità delle opere che si devono montare e smontare per organizzare “eventi” – opere spesso autoportanti, con aspetti statico strutturali assai complessi.

Leggendo le notizie da Reggio Calabria, sulla inchiesta dopo il crollo del palco del concerto della Pausini, si comprende come il tema sia molto complesso e riproponga molti interrogativi.

La Procura chiede il Rinvio a Giudizio per molti soggetti, fra questi spicca il CSP e CSE,  un Tecnico Comunale – spiccano perché dimostrano che non è bastato nominare un CSP e CSE,  non sono bastati i controlli Comunali per evitare l’incidente.

Basta dunque chiarire come si applica il Titolo IV del D. Lgs. 81/08 nel settore per prevenire altri incidenti?.

Forse serve qualcosa di più, occorre lavorare sulle criticità che stanno dietro quei crolli, come hanno fatto con passione a Trieste, mettendo insieme sinergie di ASL, INAIL ed esperti del settore.

Anche sul tema della articolazione del settore, committente, agenzie e imprese esecutrici, fatte spesso di tanti lavoratori “autonomi” e da Cooperative, non sempre tali, si dovrebbe fare una ricerca più seria e meno demagogica.

Perché il settore si presenta così polverizzato? – si dovrebbe analizzare con serietà tutto il processo lavorativo, i tempi e i contesti, come si è fatto a Trieste.

Purtroppo lo sdegno non basta a prevenire gli incidenti, occorre altro, le stesse Istituzioni Pubbliche, iniziando dagli Enti Locali, devono riflettere sul tema – spesso sono proprio i tempi dettati dalle ordinanze Comunali a creare criticità – spesso sono i contesti, non adeguati ad eventi che comportano l’allestimento di opere complesse, come palchi e tensostrutture.

Controlli e progettazione sono previsti da anni, ma come sempre nel nostro Paese, tutto è “deroga”, tutto viene fatto con superficialità e/o con gli “occhi” chiusi – il Tecnico che fa il proprio dovere con scrupolo, viene considerato “pericoloso”.

Basta dunque un CSP e un CSE per prevenire altri incidenti?, noi ne dubitiamo, serve qualcosa di più e di diverso.