Di fronte a eventi come quelli di Lamezia terme, ci si può limitare allo sdegno e al cordoglio?
Intervento del Geom. Augusto Ferraioli di Pianeta Sicurezza Srl
Il gravissimo incidente accaduto nella giornata del 12/09/13, nei lavori di bonifica delle cisterne per la Ilsap Biopro, presso lo stabilimento di Lamezia Terme, mette tutti di fronte al fatto, che anche se i dati, sugli infortuni degli ultimi anni sono in discesa, i problemi della sicurezza sul lavoro sono sempre all’ordine del giorno.
Cosa significa, che sono sempre all’ordine del giorno?, significa che è sbagliato utilizzare i dati degli ultimi anni, anni in cui gli impianti sono stati fortemente sottoutilizzati, l’occupazione è crollata, come indice di una svolta “storica”.
Sui temi della sicurezza sul lavoro non si deve fare propaganda – nessuno, Stato, parti sociali e stampa può e deve utilizzare i dati sull’indice infortunistico e/o eventi drammatici per fare facile “propaganda”, ne in un senso ne nell’altro – ne gridando e alzando “polveroni”, ne blandendo un abbassamento dovuto ad una nuova “cultura della prevenzione e sicurezza”, che non appare così radicata, soprattutto nei settori ad alto Rischio.
Sul tema della sicurezza sul lavoro occorre sobrietà, ma tanta e tanta attenzione, non solo quando gli eventi diventano “notizia”, quando raggiungono le pagine nazionali e le rete televisive.
Due giovani ragazzi e un maturo e bravo lavoratore hanno perso la vita, in un drammatico incidente – in quei settori in cui negli anni dal 2006 al 2008, sono avvenuti tanti e ripetuti eventi gravissimi – il nuovo testo unico in materia di sicurezza e prevenzione è stato emanato in gran fretta, proprio per intervenire anche su quella catena di lutti, sono passati oltre 5 anni e siamo allo stesso punto?.
La domanda non è retorica, i dati che vengono diffusi dall’INAIL, parlano di una situazione diversa – non ci appassiona polemizzare con l’ottimismo diffuso dalle Istituzioni, quando hanno presentato i dati infortunistici del 2011 e del 2012 – vogliamo invitare tutti alla prudenza, al realismo.
Occorre potenziare gli organi di vigilanza e ancora più importante potenziare la prevenzione, applicando lo spirito della legge 833/78, art. 14 (Unità sanitarie locali), lettera “f) all'igiene e medicina del lavoro, nonché alla prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali;” nonché l’art. 20, ben più importante.
“Art. 20 legge 833/78 - Attività di prevenzione -
Le attività di prevenzione comprendono:
a) la individuazione, l'accertamento ed il controllo dei fattori di nocività, di pericolosità e di deterioramento negli ambienti [di vita e] di lavoro, in applicazione delle norme di legge vigenti in materia e al fine di garantire il rispetto dei limiti massimi inderogabili di cui all'ultimo comma dell'articolo 4, nonché al fine della tenuta dei registri di cui al penultimo comma dell'articolo 27; i predetti compiti sono realizzati anche mediante collaudi e verifiche di macchine, impianti e mezzi di protezione prodotti, installati o utilizzati nel territorio dell'unità sanitaria locale in attuazione delle funzioni definite dall'articolo 14 (6);
b) la comunicazione dei dati accertati e la diffusione della loro conoscenza, anche a livello di luogo di lavoro e di ambiente di residenza, sia direttamente che tramite gli organi del decentramento comunale, ai fini anche di una corretta gestione degli strumenti informativi di cui al successivo articolo 27, e le rappresentanze sindacali;
c) l'indicazione delle misure idonee all'eliminazione dei fattori di rischio ed al risanamento di ambienti [di vita e] di lavoro, in applicazione delle norme di legge vigenti in materia, e l'esercizio delle attività delegate ai sensi del primo comma, lettere a), b), c), d) ed e) dell'articolo 7 (6);
d) la formulazione di mappe di rischio con l'obbligo per le aziende di comunicare le sostanze presenti nel ciclo produttivo e le loro caratteristiche tossicologiche ed i possibili effetti sull'uomo e sull'ambiente;
e) la profilassi degli eventi morbosi, attraverso l'adozione delle misure idonee a prevenirne l'insorgenza;
f) la verifica, secondo le modalità previste dalle leggi e dai regolamenti, della compatibilità dei piani urbanistici e dei progetti di insediamenti industriali e di attività produttive in genere con le esigenze di tutela dell'ambiente sotto il profilo igienico-sanitario e di difesa della salute della popolazione e dei lavoratori interessati.
Nell'esercizio delle funzioni ad esse attribuite per l'attività di prevenzione le unità sanitarie locali, garantendo per quanto alla lettera d) del precedente comma la tutela del segreto industriale, si avvalgono degli operatori sia dei propri servizi di igiene sia dei presidi specialistici multizonali di cui al successivo articolo 22, sia degli operatori che, nell'ambito delle loro competenze tecniche e funzionali, erogano le prestazioni di diagnosi, cura e riabilitazione.
Gli interventi di prevenzione all'interno degli ambienti di lavoro, concernenti la ricerca, l'elaborazione e l'attuazione di misure necessarie ed idonee a tutelare la salute e l'integrità fisica dei lavoratori, connesse alla particolarità del lavoro e non previste da specifiche norme di legge, sono effettuati sulla base di esigenze verificate congiuntamente con le rappresentanze sindacali ed il datore di lavoro, secondo le modalità previste dai contratti o accordi collettivi applicati nell'unità produttiva.
(6) Si ricorda che il D.P.R. 5 giugno 1993, n. 177 (G.U. 5 giugno 1993, n. 130), in seguito al referendum indetto con D.P.R. 25 febbraio 1993, ha abrogato l'articolo 20 primo comma, della presente legge, alla lettera a) e c) limitatamente ai termini "di vita e".
La legge 833/78, parlava giustamente di PREVENZIONE, oggi soprattutto al centro-sud si fa appena un po’ di repressione.
Le ASL, quando va bene hanno funzionari con qualifica di UPG, non hanno personale per fare attività di PREVENZIONE – quell’attività di monitoraggio dei luoghi di lavoro, coinvolgendo le parti sociali – certo che poi quando serve la prevenzione, passa anche per atti che impediscano che si giunga all’evento, tramite sequestri cautelativi e atti di rilevanza penale.
Si deve inoltre invertire la tendenza in due settori fondamentali quella della qualità della formazione e della consulenza – degli RSPP.
Attività che, anche per effetto della grave crisi economica sono declinate, fino a raggiungere livelli di qualità bassissimi – ad esempio il settore della formazione è preda di “speculatori di ogni specie”.
Si deve comprendere che l’attività di prevenzione, comporta continuità, perseveranza e un grado elevatissimo di attenzione – oltre che una grande crescita delle competenze e delle conoscenze, della percezione del Rischio e di comportamenti conseguenti.
Se si da uno sguardo anche veloce agli incidenti sul lavoro nei mesi di agosto e settembre 2013, si rimane un po’ sconcertati – anche se finalmente vi sono, segnali nuovi, Magistrati seri, come il Procuratore di Lecce che ha proceduto ad arrestare il Titolare di una Fabbrica, dopo un incidente mortale, accusandolo di rimozione dolosa dei dispositivi atti ad impedire incidenti e disastri sul lavoro (art 437 del CP), nonché il tentavo di inquinare le prove.
Devono far riflettere le dichiarazioni dello stesso Procuratore di Lecce, che ha espresso preoccupazione, segnalando una scarsa collaborazione e sensibilità degli operai, colleghi del deceduto, indicando un problema serio di cultura della sicurezza e prevenzione sul lavoro, dei principali attori e in molte occasioni “vittime” della situazione.
Link incendente di Lamezia Terme
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Link La precarietà non cancella le responsabilità
Link Operaio schiacciato da escavatore in officina
glossario
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- Cassazione Penale, Sez. 4, 01 ottobre 2012, n. 37989 - Ribaltamento di una piattaforma semovente e lavori in altezza: elevatore a pantografo
- Cassazione Penale, Sez. 4, 27 settembre 2012, n. 37332 - Caduta di un carico sospeso e infortunio mortale
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- Pos impresa affidataria
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